venerdì 24 giugno 2005

MAD WORLD


Anche se li abbiamo persi per strada, basta poco per farseli ritornare addosso...
Mad World è una canzone che adoro da quando, 15enne, li avevo scoperti per caso nel mangianastri di un mio amico.
Una canzone che sembra "inseguirmi"  nelle varie vicissitudini della vita, ma è tutto tranne che spiacevole..
Non per ultimo nel film Donnie Darko in una versione rivista e struggente.
Ma la volta che la ricordo più volentieri, e dove mi è entrata definitivamente nella pelle, è stato a Londra, nel gennaio 2003.
Era inverno ma, paradossalmente, c'era più freddo in Italia che in Inghilterra; nelle strade della capitale inglese c'era però una umidità che ti scopava le ossa e girovagando tutto il giorno da un quartiere all'altro, su e giù per le metrò, sentivo che si insinuava subdola sotto il mio lungo cappotto grigio scuro...
Gli odori forti di quei giorni erano quelli tiepidi di gomme e ferro di rotaie che si respiravano nelle varie underground, e di pesce fritto e curry tra le varie stradine della city, tra Soho e Piccadilly. Camminavo tutto il giorno e finalmente il sabato sera potevo ritrovare Federica, che mi aveva invitato in una discoteca, dove potere passare assieme una bella serata. Il suo ragazzo, che si chiamava come me, era un milanese trapiantato a Londra oramai da anni, e i segni di quegli anni vissuti un po' pericolosamente gli si leggevano addosso.
Non che Federica se ne fosse risparmiato qualcuno, ma riusciva a portarli molto meglio sotto la sua lunga chioma di capelli nero corvini e quegli occhi verdi giganteschi... o forse per me era così per il bene che le volevo e le voglio.
Il locale era un certo Slimelight, (http://www.slimelight.com/) famoso ritrovo londinese degli amanti della musica goth-industrial; all'entrata era divertente osservare i bizzarri travestimenti dei frequentatori (abituali credo) del luogo: si andava da una ragazza in sovrappeso improponibilmente vestita da infermierina in latex, ad un ragazzo, più magro di Michael Stipe, che indossava un tubino nero di velluto con in testa orecchie da gatto di peluches, con tanto di coda dietro il fondoschiena... ah, e i tacchi a spillo....


(facce da Slimelight)


Io ero vestito di una normalità quasi imbarazzante: camicia e pantaloni neri; Michela, l'amica di Federica, mi aveva dato un tocco sottilissimo di matita rossa e nera attorno agli occhi, giusto per non perdere così prepotentemente la gara di ambiguità tra gli abitanti notturni del locale.
Ero andato con lei quella sera, Federica e Marco ci avrebbero raggiunto più tardi. La musica non era affatto male, solamente che il volume era talmente alto che ti gracchiava e si distorceva nelle orecchie, e per me era una bestemmia... Arrivò prestissimo il mal di testa, che già si era fatto largo in quei giorni di umidità.. Col passare dei minuti la situazione non migliorava: Michela ballava poco distante da me e ogni tanto si rifugiava in bagno a farsi un tiro di quello che in gergo (!?!) chiamavano speed una specie di droga di serie B a basso costo che dalle sue parole "serviva a farle affrontare meglio l'indomani lavorativo"; dopo avere rifiutato caldamente il suo invito a seguirla in bagno e schivato abilmente una serie di approcci omosessuali, mi misi a sedere stordito da quel mal di testa... mi venne freddo addosso e notai presto che ero l'unico col cappotto lì dentro, dove la temperatura sarà stata di 35°...
Ci misi poco a capire che avevo un febbrone da cavallo... Cominciai a cadere in avanti con la testa per il sonno e lo stordimento, mentre di tanto in tanto il buttafuori veniva a sincerarsi delle mie condizioni strattonandomi: vagli a spiegare che non ero “fatto” ma solamente invaso da tremori e brividi lungo la schiena…
L’unica visione splendida in quei momenti era una ragazza di colore che era entrata da poco e ballava proprio davanti a me: c’era qualcosa di divino nei suoi movimenti.. era calva, ma proprio questo esaltava ancora di più la perfezione del suo viso… la canottiera semplice che indossava risaltava la sue spalle e braccia toniche… Non era un delirio da febbrone, di questo ne ero certo.
Poi credo di essermi addormentato per un po’, fatto sta che si avvicinava la chiusura del locale… erano già quasi le 7 del mattino ed io mi chiedevo come ancora facessi a restare ancora lì seduto con le tempie che pulsavano.
Sembrava stesse suonando l’ultima canzone quando ecco quella di chiusura: non ci volevo credere.. dopo tanto insano martellamento, eccola.. “mad world”, incredibile.
Come un gatto saltai dalla sedia in piedi, e cominciai a ballarla al centro della pista… oramai tutti erano stremati ed avevano finito di agitarsi; penso di essere stato l’unico in quel momento a ballare. Tra le persone che avevano formato un cerchio attorno a me a guardare quel pazzo col cappotto, che si muoveva cantando ad occhi chiusi ogni parola di quel pezzo, riconobbi anche Michela, con lo sguardo strafatto ma piacevolmente compiaciuta nel vedermi… Federica e Marco non erano venuti, ma in quel momento era divino pensare a quelle note, che cantavo a squarciagola e che mi facevano dimenare nonostante la testa che non sentivo più…
Mai avrei pensato ad una conclusione tanto degna visto l’andamento della serata… Poi tutti fuori, la guerra dei taxi, michela ed io che ci sorreggevamo, lei che andava a lavorare al mercatino di Camden assieme a Federica ed io, stremato, a riposare per tutta la domenica sul suo letto, tra deliri e visioni e la febbre a 40°…
L’indomani sarei partito con l’aereo: con la febbre e la testa pesantissima l’alta quota mi procurò dolori lancinanti alle tempie come mai avevo sentito, ma finalmente ero tornato a Bologna… casa mia mi aspettava, come anche il guardarmi allo specchio per vedere che faccia potevo avere.
Avevo ancora i segni della matita attorno agli occhi…


11 commenti:

  1. CUCCIOLOOOOOOO!!!! :-)

    RispondiElimina
  2. Blog davvero interessante ;)

    RispondiElimina
  3. Look right through me, look right through me.


    bellissima..


    la musica inebria la mente..la musica scandisce i secondi li blocca e poi li manda avanti..li riavvolge..


    RispondiElimina
  4. ..te la sgombera e te la arricchisce.. una spirale senza tempo, un "potere" personale soggettivo e indistruttibile...

    RispondiElimina
  5. grazie mille...non posso fare altro che condividere. sintonia perfetta su mad world...nonostante la tristezza che riesce ad infondormi mi accompagna sempre.

    passerò di qui più spesso


    :)


    chia

    RispondiElimina
  6. Ricambio la visita... Scrivi davvero bene, i miei complimenti!!


    Un salutino :)

    RispondiElimina
  7. Sono passata a fare un salto, grande post. Per il pezzo non ho nulla da dire, lo respiro quanto te.


    coniglia.

    RispondiElimina
  8. ;* carino qui..

    RispondiElimina
  9. ahhhhh quanti ricordi....il curry, lo slimelight, inverno 2003 il mio ultimo a Londra...bello leggerti....ma allora sei proprio di bologna anche tu, vicino di casa!

    :)

    RispondiElimina